Il principio della rana bollita: smetti di adattarti e prendi in mano la tua vita

by Angela Piaccione
il principio della rana bollita

Spesso una metafora è più chiarificatrice e arriva prima nello spiegare un concetto, una visione. E’ il caso del principio della rana bollita, e di come questa scomoda condizione dell’animale possa invece insegnare molto.

Partiamo innanzitutto dalle origini di questa metafora e di quanto essa possa essere considerata attuale.

Dove nasce il principio della rana bollita

Noam Chomsky è un teorico della comunicazione, linguista, filosofo oltre ad essere un attivista politico statunitense, nato a Filadelfia nel 1928. È considerato colui che ha fondato la grammatica generativo-trasformazionale, una teoria che sostiene che il linguaggio è una competenza innata e universale degli esseri umani.

La metafora della rana bollita è un’analogia che descrive la tendenza delle persone ad accettare passivamente i cambiamenti graduali e negativi che avvengono nella società, come se fossero rane che non saltano fuori da una pentola di acqua che si riscalda lentamente.

Chomsky ha usato questa metafora per descrivere il ruolo dei mass media nel plasmare l’opinione pubblica e nel nascondere le verità scomode. Secondo Chomsky, i mass media sono controllati da pochi gruppi di potere che impongono una visione del mondo conforme ai loro interessi. Ma vediamo più nello specifico come la rana finisce bollita.

Qual è il concetto dietro il principio della rana bollita?

Immagina una pentola colma d’acqua fresca, in cui serena nuota una rana. Ma una volta acceso il fuoco sotto di essa, l’acqua inizia a riscaldarsi gradualmente.

Ben presto inizierà ad intiepidirsi, un grado di calore che la rana trova piacevole, così resta tranquilla a nuotare. La temperatura continua a salire, a questo punto l’acqua diventa calda, un po’ oltre la tolleranza della rana.

tolleranza comesmetteredipensare.it
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Tuttavia la stanchezza inizia a farsi sentire, ma ancora la rana non è spaventata dal calore. Man mano che l’acqua raggiunge una temperatura davvero sgradevole, la rana, indebolita, perde la capacità di fuggire. Sopporta in silenzio, senza intraprendere alcuna azione. Nel frattempo, la temperatura dell’acqua è aumentata progressivamente, finché la rana, ormai indebolita, non è più in grado di scappare e muore bollita. Se la stessa rana fosse posta in maniera diretta in acqua a 50 gradi, avrebbe avuto la capacità di saltare fuori dal pentola.

La rana si è adattata gradualmente alla temperatura dell’acqua, ma quando è vicina all’ebollizione, la sua debolezza le impedisce di fuggire e di evitare il tragico destino. Questo racconto triste suscita in te qualche riflessione?


Affrontare la paura dei cambiamenti
seguendo il principio della rana bollita

La paura del cambiamento è una sensazione naturale e umana. Ci spaventa l’ignoto, il non sapere cosa ci aspetta. Ma a volte questa paura può diventare un ostacolo alla nostra crescita personale e professionale.

Quante volte ci siamo trovati in situazioni negative, che ci facevano stare male, e abbiamo deciso di sopportarle pur di non cambiare?

Pensiamo, ad esempio, a una relazione insoddisfacente. Forse abbiamo paura di lasciare il nostro partner perché non vogliamo ferirlo, o perché abbiamo paura di restare soli. Ma restare in una relazione che non ci rende felici non è la soluzione.

paura dei cambiamenti comesmetteredipensare.it
paura dei cambiamenti comesmetteredipensare.it

Oppure pensiamo a un lavoro che non ci piace. Forse abbiamo paura di cambiare lavoro perché non sappiamo se riusciremo a trovarne uno migliore, o perché abbiamo paura di perdere la sicurezza economica. Ma restare in un lavoro che ci annoia o che ci fa sentire insoddisfatti non è la soluzione.

La storia della rana bollita ci insegna che è importante essere consapevoli dei cambiamenti che avvengono nella nostra vita. Se non ci accorgiamo del cambiamento, è più probabile che lo accettiamo passivamente, anche se è negativo.

Quando ci troviamo in una situazione che non ci piace, è importante prendere una decisione. Dobbiamo decidere se vogliamo cambiare o se vogliamo continuare a sopportare la situazione.

Non è sempre facile prendere una decisione, ma è importante non farsi prendere dalla paura. Dobbiamo pensare al nostro benessere e alla nostra felicità.

Vediamo come affrontare la paura del cambiamento:

  • Rifletti sui motivi per cui hai paura di cambiare. Cosa ti incute timore?
  • Valuta i pro e i contro del cambiamento. Cosa guadagnerai e cosa perderai?
  • Parla con qualcuno di cui ti fidi. La condivisione può aiutarti a vedere le cose da una nuova prospettiva.
  • Inizia per gradi, passo dopo passo. una volta che ti senti più sicuro, puoi procedere con cambiamenti più grandi.

Ricordati che il cambiamento può essere una cosa positiva. Può aiutarti a crescere, a migliorare la tua vita e a raggiungere i tuoi obiettivi.

Quando il ritornello è: “non è poi così male”

Quante volte ci siamo trovati in una situazione che non ci piaceva, ma abbiamo deciso di non fare nulla per cambiarla? Forse ci siamo detti che non era poi così grave, o che potevamo sopportarla per un po’. Ma alla fine, ci siamo ritrovati a vivere una vita che non ci rendeva felici.

La frase “non è poi così male” è un modo per giustificarci, per evitare di prendere una decisione difficile. È un modo per dire a noi stessi che non vale la pena lottare, che non c’è nulla da cambiare.

Ma la verità è che ci adagiamo in troppe situazioni. Ci adagiamo in relazioni insoddisfacenti, in lavori che non ci piacciono, in abitudini che ci fanno stare male.

Ecco alcuni esempi di situazioni in cui ci adagiamo:

  • Restiamo in una relazione che non ci rende felici, perché abbiamo paura di stare da soli.
  • Non ci impegniamo per raggiungere i nostri obiettivi, perché abbiamo paura di fallire.
  • Ci accontentiamo di un lavoro che non ci piace, perché abbiamo paura di non trovare qualcosa di meglio.
  • Quando ci adagiamo, rinunciamo alla nostra felicità. Rinunciamo alla possibilità di vivere una vita migliore.

Per evitare di adagiarci, dobbiamo imparare a riconoscere i segnali di pericolo. Dobbiamo imparare a capire quando una situazione non è più accettabile.

adagiarsi alla situazione comesmetteredipensare.it
adagiarsi alla situazione comesmetteredipensare.it

E quando riconosciamo questi segnali, dobbiamo prendere una decisione. Dobbiamo decidere se vogliamo cambiare la situazione o se vogliamo continuare ad adagiarci. Non è sempre facile prendere una decisione, ma è importante non farsi prendere dalla paura. Dobbiamo pensare al nostro benessere e alla nostra felicità.

Ecco alcuni consigli per riconoscere i segnali di pericolo:

  • Fai attenzione ai tuoi sentimenti. Se ti senti infelice, frustrato o stressato, è un segno che qualcosa non va.
  • Pensa ai tuoi obiettivi. Se non stai raggiungendo i tuoi obiettivi, è un segno che devi cambiare qualcosa.
  • Parla con qualcuno di cui ti fidi. Una persona che ti conosce bene può aiutarti a vedere le cose da una nuova prospettiva.


Quando riconosci i segnali di pericolo, non avere paura di cambiare. Il cambiamento può essere una cosa positiva. Può aiutarti a crescere, a migliorare la tua vita e a raggiungere i tuoi obiettivi.

Non si vive veramente se si accetta e si ci adatta a tutto. Si lascia che siano gli altri a determinare la nostra vita. Fino a quando si può tollerare questa situazione? Non dobbiamo incolpare gli altri per il nostro dolore. Siamo noi che lo causiamo perché non usiamo bene il dono che possediamo, il dono della scelta. Quindi appena l’acqua diventa tiepida, meglio spiccare un gran salto come insegna la storia e il principio della rana bollita.

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